Gastroenterologia

Sindrome del colon irritabile: come riconoscerla e cosa mangiare

28/11/2022 - Tempo di lettura: 5 minuti

​​​​​La sindrome del colon irritabile, nota anche come sindrome dell'intestino irritabile o colite spastica, è un disturbo della motilità intestinale, della sensibilità dei nervi intestinali o del ​​modo in cui il cervello controlla alcune di queste funzioni.

 

Colpisce circa il 10% della popolazione, in modo particolare le donne, prevalentemente nella fascia di età tra i 20 e i 50 anni. Pare, infatti, che alcune variabili genetiche associate a questo disturbo siano presenti con maggiore frequenza nel sesso femminile.

 

Questo disturbo provoca sintomi – come dolori addominali, gonfiore, diarrea e/o stitichezza – che possono durare alcuni giorni, settimane o anche protrarsi per mesi. Di solito, si tratta di un problema persistente e può avere un impatto significativo sulla qualità della vita del paziente.

 

In questo articolo vedremo come riconoscere i sintomi e quale tipo di trattamento adottare per convivere al meglio con la sindrome del colon irritabile.

Le cause alla base del Colon Irritabile

Le cause che determinano questo disturbo non sono ancora chiare, soprattutto perché i sintomi sono molto soggettivi. Si è riscontrato che un apparato digerente particolarmente sensibile agli stimoli è un fattore comune a molti dei soggetti che ne soffrono. Per alcuni, la presenza di gas intestinale o di contrazioni è motivo di disturbo, mentre in altri soggetti non viene percepita. Allo stesso modo, le alterazioni della mobilità intestinale possono essere fastidiose per alcuni soggetti e per altri no. In alcuni pazienti i sintomi si manifestano dopo un episodio di gastroenterite, per altri il fattore scatenante può essere un pasto ad alto contenuto calorico o una dieta ricca di grassi.

 

In generale, i sintomi vengono aggravati da certe sostanze contenute negli alimenti, ma poiché molti prodotti contengono più ingredienti, risulta difficile identificare la causa specifica. Grano, prodotti caseari, fagioli, cioccolato, caffè, tè, alcuni dolcificanti chimici, certe verdure (come asparagi o broccoli) o frutti con nocciolo (tipo le albicocche) sono tutti possibili alimenti scatenanti.

 

Parallelamente, altri fattori inerenti allo stile di vita sono ritenuti corresponsabili dell'insorgenza dei sintomi: mangiare troppo rapidamente o un periodo di digiuno troppo lungo potrebbe stimolare una riacutizzazione. Inoltre, a livello intestinale risiede il cosiddetto "secondo cervello", che comunica costantemente con il nostro “primo cervello". Per questo motivo, eventi come stress, ansia, depressione e paura si riflettono sull'intestino e, viceversa, i problemi legati alla salute dell'intestino causano stress psicologico.

 

Infine, occorre considerare che anche alcuni farmaci (inclusi i lassativi) o l'assunzione di ormoni possono scatenare o riacutizzare la sindrome del colon irritabile.

I sintomi della Sindrome del Colon Irritabile

Non sempre chi soffre di colon irritabile avverte sintomi dopo un fattore scatenante conosciuto, mentre spesso possono palesarsi apparentemente senza motivo. La sindrome, in genere, ha un andamento altalenante: in alcuni periodi i disturbi migliorano, in altri si riacutizzano.

 

I sintomi più frequenti e comuni sono:

  • mal di pancia o crampi addominali, che di solito peggiorano dopo i pasti e migliorano con l'evacuazione;
  • gonfiore addominale (meteorismo), dovuto a presenza di gas eccessivo nell'addome;
  • diarrea;
  • stitichezza.

Altri disturbi che possono comparire con la sindrome dell'intestino irritabile sono:
  • flatulenza, ovvero eccessiva emissione di aria dall'intestino;
  • disturbi urinari, come uno stimolo frequente o la sensazione di non svuotare completamente la vescica;
  • muco nelle feci;
  • incontinenza fecale;
  • nausea;
  • stanchezza e mancanza di energia.

​​​Se si presentano questi disturbi, un consulto con il proprio medico di famiglia può essere utile per valutare la prescrizione di alcuni esami di approfondimento. 


Si consiglia invece di recarsi con urgenza da uno specialista se si verificano:

  • sangue nelle feci o emorragia dal retto;
  • massa addominale;
  • perdita di peso senza apparente motivo;
  • palpitazioni, respiro affannato, pallore.

Un'alta percentuale dei pazienti, infine, presenta disturbi correlati come:
  • dolori alla schiena;
  • cefalea;
  • insonnia;
  • debolezza;
  • dolore pelvico cronico;
  • fibromialgia;
  • dolore all'articolazione temporo-mandibolare.

​​Chi soffre di sindrome del colon irritabile spesso presenta altri disordini associati che possono coinvolgere sia il tratto digestivo, come la malattia da reflusso gastroesofageo e la dispepsia funzionale, ovvero la cattiva digestione, sia altri tipi di patologie, inclusa la celiachia.

​​

Colon irritabile.jpg

Come accertare la Sindrome del Colon Irritabile

La diagnosi della sindrome del colon irritabile si basa sull'analisi dei sintomi e sul principio di esclusione.

 

Per valutare i sintomi ci si basa sui cosiddetti criteri di Roma, secondo i quali si deve riscontrare la presenza di dolore all'addome per almeno 1 giorno alla settimana negli ultimi 3 mesi antecedenti la visita, assieme a 2 o più dei seguenti sintomi:

  • il dolore è correlato alla defecazione;
  • il dolore è associato a cambiamento della frequenza di evacuazione (stipsi o diarrea);
  • il dolore è associato a un cambiamento della consistenza delle feci.

​Mentre per escludere altre cause o la presenza di malattie più serie, in genere si prescrivono esami che includono:

  • analisi del sangue, per valutare la possibile presenza di condizioni infiammatorie ed escludere la celiachia;
  • esame delle feci, per escludere eventuali infezioni.

​Diventa necessario procedere con indagini più approfondite se sono presenti anche questi campanelli d'allarme:

  • insorgenza dopo i 50 anni di età;
  • dimagrimento inspiegabile;
  • anemia;
  • febbre;
  • sangue nelle feci;
  • dolore che non migliora dopo l'evacuazione.

Gli esami che possono aiutare ad approfondire l'indagine diagnostica sono:

  • colonscopia: consente di esaminare l'intero colon ed eseguire piccole biopsie o asportare polipi.
  • tomografia computerizzata (TC): restituisce immagini degli organi interni, a livello dell'addome e della pelvi.
  • breath test al lattosio (o test del respiro): l'esame è utile per verificare se è presente la lattasi, l'enzima necessario per digerire il lattosio, ovvero gli zuccheri presenti nei latticini. Se l'enzima è assente, l'eliminazione degli alimenti contenenti lattosio può risolvere il quadro.

Dopo i 45 anni, un soggetto con sindrome del colon irritabile può sviluppare altri disturbi dell'apparato digerente (come appendic​ite, malattia colecistica, ulcere e tumori). Pertanto, in presenza di una significativa variazione dei sintomi, potrebbe essere necessario svolgere nuovi accertamenti.

I rimedi più adeguati per trattare il colon irritabile

Il trattament​o di questo disturbo si concentra soprattutto sulla sintomatologia e varia a seconda del singolo caso.

 

In generale l'approccio terapeutico si basa su:

  • un'adeguata educazione alimentare e dello stile di vita, con suggerimenti su quali alimenti e bevande evitare. La stesura della dieta varia da soggetto a soggetto. Tendenzialmente vanno evitati gli alimenti che provocano fermentazione, le fibre difficili da assimilare, le sostanze irritanti come cioccolato, spezie o caffè e vanno preferite le cotture a vapore e al forno. Ma è importante sottolineare che ogni individuo reagisce diversamente sia ai tipi di alimenti, che alle quantità assunte;
  • costante idratazione;
  • attività fisica appropriata;
  • a chi soffre di stipsi è suggerita l'assunzione di integratori, lassativi o procinetici a seconda del tipo di stipsi;
  • in caso di diarrea sono indicati probiotici, antibiotici non assorbibili, anti-infiammatori intestinali;
  • nei casi di eccesso di gas intestinali sono utili integratori a base di probiotici, piante carminative (come camomilla, melissa, cumino), oltre a specifici enzimi digestivi;
  • in caso di gonfiore con distensione addominale è consigliabile la riduzione di alimenti che fermentano, come le bevande gassate, l'insalata a foglia larga, i cavoli, i legumi, masticare chewing-gum e la frutta dopo i pasti, da consumare invece lontano da essi;
  • assunzione di farmaci antispastici: sono utilizzati per alleviare i dolori e gli spasmi intestinali. Esercitano anche un'azione sgonfiante ma, se presi ad alto dosaggio, possono peggiorare la stipsi.

Colon irritabile: consigli sulla dieta e stile di vita

Nel trattamento della sindrome del colon irritabile, è molto importante associare a una dieta appropriata alcuni accorgimenti nello stile di vita. Oltre a fare attività fisica e a bere molto, come già detto, è utile:

  • cercare il più possibile di mangiare cibi preparati in casa con ingredienti freschi;
  • tenere un diario degli alimenti tollerati e di quelli che peggiorano i disturbi;
  • cercare di rilassarsi.

Alcune raccomandazioni riguardo la dieta possono aiutare a contenere la sintomatologia:

  • non saltare i pasti, o mangiare a orari irregolari;
  • non mangiare troppo in fretta;
  • evitare cibi ricchi di grassi, speziati o troppo elaborati;
  • non bere più di tre tazze di tè o caffè al giorno;
  • non abusare di bevande alcoliche o bibite gassate;
  • cercare di limitare a tre le porzioni di frutta fresca al giorno (una porzione corrisponde a circa 80 gr) nel caso in cui la persona si renda conto di non tollerarla al meglio.

Una delle diete che può aiutare a ridurre i disturbi provocati dalla sindrome dell'intestino irritabile è quella a basso contenuto di carboidrati fermentabili alimentari, i cosiddetti FODMAP (fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols) contenuti, per esempio, nella farina di frumento, in alcuni tipi di frutta e verdura, in latte e latticini.

Questo regime alimentare deve essere seguito sotto stretto controllo del gastroenterologo o del nutrizionista, perché si struttura su tre fasi:

  1. restrizione degli alimenti FODMAP;
  2. reintroduzione degli alimenti FODMAP per verificarne le singole reazioni;
  3. personalizzazione della dieta stilata sulla base degli alimenti che il singolo paziente riesce a tollerare.

Come convivere con il disturbo del colon irritabile

Nel caso della sindrome del colon irritabile, più che di prevenzione vera e propria si può parlare di accettazione della malattia e della convivenza con questa condizione nella quotidianità.

 

A parte le situazioni in cui i sintomi si acutizzano e possono richiedere il ricorso a medicinali, in generale il paziente può imparare a riconoscere quali sono le condizioni che possono portare al peggioramento e adottare tecniche alternative per gestirle al meglio, dall'attività fisica – che per la maggior parte dei soggetti, specialmente quelli tendenti alla stipsi, contribuisce a mantenere la normale funzionalità del tratto digerente – alle pratiche di rilassamento, come meditazione o yoga.

Il supporto dei Centri Medici Dyadea per la sindrome del colon irritabile

Come abbiamo visto, i pazienti che soffrono di sindrome del colon irritabile tendenzialmente sono sani, con una serie di sintomi soggettivi che variano nel tempo, per durata e frequenza, e che spesso sono correlati non solo all'alimentazione, ma anche allo stile di vita.

 

I Centri Medici Dyadea possono aiutare i soggetti affetti da questa sindrome offrendo la consulenza specialistica di gastroenterologia per accertare la condizione e affiancando il paziente nella stesura di un piano nutrizionale adeguato.

 

In caso sia necessario escludere patologie più gravi, i laboratori di analisi e quelli specializzati in diagnostica per immagini potranno fornire a pazienti e specialisti le informazioni adeguate per una diagnosi più approfondita.​


​​​​