Emicrania

Il termine medico che indica l’emicrania è cefalea. È tra i disturbi più diffusi a livello mondiale, e nella maggior parte dei casi si risolve con l’assunzione di analgesici (antidolorifici) e con un cambio di abitudini nel proprio stile di vita.​​

Nei casi in cui la terapia farmacologica non fosse risolutiva, o quando la frequenza degli attacchi è alta e si presenta con particolare intensità, anche dopo periodi di remissione, è opportuno indagarne le cause.

Cosa si intende esattamente con il termine emicrania? Quali ne sono i sintomi e le cause? E in che modo si svolgono il trattamento e la prevenzione?​

Cos'è l'emicrania


L’emicrania è un tipo di cefalea particolarmente ricorrente. Questa forma di cefalea, stando ai dati dell’OMS, è tra le più diffuse a carico del sistema nervoso. Solo il Italia colpisce l’11,6% della popolazione, con una prevalenza femminile.​

Tra le sue caratteristiche distintive ci sono: il colpire esclusivamente un lato della testa, o la parte anteriore, forte dolore, che si manifesta come pulsazione, peggioramento quando la persona si muove, capacità di rendere complesse anche le azioni consuete.

Un’altra caratteristica dell’emicrania è l’ereditarietà, e la tendenza ad una possibile cronicizzazione.

Tipi di cefalea

La classificazione internazionale delle cefalee distingue in:

  • cefalee primarie: più frequenti. Sono disturbi a sé, non legati ad altre patologie
  • cefalee secondarie: dipendono da altre patologie. Ad esempio cefalea da trauma cranico, disturbi vascolari cerebrali come l’ictus, da patologie del cranio non vascolari come tumori cerebrali, ipertensione liquorale.

L’emicrania appartiene alle cefalee primarie.

Sintomi che anticipano un attacco di emicrani​a


Gli attacchi di emicrania veri e propri possono essere anticipati da quelli che si chiamano sintomi prodromici, che durano da poche ore fino a 3 giorni prima di un attacco vero e proprio, e sono:

  • alterazioni dell’umore: irritabilità, depressione o euforia
  • fatica e sonnolenza: spesso accompagnate da sbadigli frequenti
  • desiderio di cibi specifici, come cioccolato o alimenti salati
  • rigidità muscolare, soprattutto nella zona del collo 
  • disturbi gastrointestinali, come stitichezza o diarrea
  • aumento della sensibilità: tanto alla luce quanto a suoni oppure odori
  • difficoltà di concentrazione e cambiamenti cognitivi.

Emicrania: sintomi

I sintomi di un attacco di emicrania variano a seconda che questa si manifesti senza aura oppure con aura.

Sintomi di emicrania senza aura

Questa è la forma più comune, rappresenta infatti i quattro quinti dei casi di emicrania e si presenta senza i sintomi neurologici dell’aura. Si manifesta nell’arco di tempo compreso tra i 10 e i 30 anni e tende a scomparire intorno ai 50 anni.

Il dolore è di norma unilaterale, pulsante, di intensità moderata o severa, e può durare dalle 3 ore a 72 ore se non viene trattato opportunamente.

Spesso il dolore peggiora ulteriormente se il paziente svolge una qualche attività fisica, e risulta accompagnato da nausea, vomito, fotofobia e fonofobia; ovvero sensibilità alla luce e ai suoni.

Sintomi di emicrania con aura

L'aura è una fase che precede o accompagna l'emicrania, caratterizzata da sintomi neurologici del tutto passeggeri che durano generalmente da 5 a 60 minuti. I sintomi più comuni sono:

 

  • disturbi visivi: scotomi scintillanti, visione di lampi o linee a zig-zag, perdita parziale del campo visivo, campo visivo annebbiato o oscurato
  • sintomi sensoriali: formicolii o intorpidimento che iniziano in una mano e si estendono al braccio e al volto
  • disturbi del linguaggio: difficoltà nell'esprimersi o nell'articolare le parole.

 

Dopo l’aura si manifesta arriva il dolore emicranico propriamente detto, con le caratteristiche indicate: unilaterale, pulsante, di intensità moderata o severa, spesso accompagnato da nausea, vomito, fotofobia, fonofobia e osmofobia (sensibilità agli odori).​

Emicrania a grappolo

La cefalea a grappolo è una forma rara ma estremamente dolorosa di mal di testa. Rientra nelle cefalee primarie e si manifesta con attacchi intensi e ricorrenti. Il dolore si localizza attorno a un occhio e può durare da 15 minuti a 3 ore. Si presenta in più occasioni al giorno e spesso anche alla stessa ora.

I sintomi sono:

  • lacrimazione
  • arrossamento o gonfiore oculare
  • congestione nasale
  • sudorazione sul viso
  • agitazione.

gli episodi si verificano in periodi definiti, chiamati appunti grappoli, e possono durare settimane o mesi. I periodi attivi si alternano a fasi di remissione. Quando gli attacchi si verificano quotidianamente per oltre un anno, si parla di cefalea a grappolo cronica.

Emicrania, cause

Ambiente, biologia e genetica; sono questi i tre elementi che entrano in gioco nell’eziologia dell’emicrania.

Anche se le cause non sono note in modo chiaro e univoco, è possibile dire che le emicranie si manifestano in quei soggetti il cui sistema nervoso è più sensibile. In queste persone, il cervello converte in dolore stimoli non dolorosi (stress, variazioni ormonali femminili, cambi climatici, irregolarità del ritmo sonno-veglia, digiuno).

Un ruolo chiave nello scatenamento dell’attacco emicranico sembra essere svolto svolto dalla corteccia cerebrale pre-frontale, deputata all'elaborazione degli eventi stressanti, e dall’ipotalamo, organo sensibile alle variazioni dei ritmi di vita e responsabile dei sintomi che precedono l'attacco.

Durante un attacco di emicrania, le terminazioni del nervo trigemino si attivano e liberano diverse sostanze che causano infiammazione dolorosa nei vasi sanguigni cerebrali e nelle meningi, le membrane che rivestono il cervello. Questo processo può causare dolore pulsante, nausea, vomito e rende sensibili alla luce e ai rumori.

Fattori scatenanti

fattori scatenanti dell'attacco emicranico cambiano in base alla situazione in cui la persona si trova prima che l'emicrania arrivi. Può dipendere da motivi fisici, emotivi, ambientali:

  • i fattori fisici possono essere di natura ormonale, come la presenza di ciclo mestruale, gravidanza, menarca e menopausa. Ciò spiega perché il disturbo colpisce prevalentemente le donne, per natura più soggette a sbalzi ormonali, e perché l'emicrania insorga soprattutto durante il periodo dello sviluppo, per poi attenuarsi con la menopausa. Altri elementi fisici che influiscono possono essere posture scorrette che provocano tensioni al collo e alla spalla. Infine, anche l'ipoglicemia può provocare un attacco di emicrania;
  • i fattori emotivi: ansia, stress, eccitazione, depressione o tensione. Questi stati possono provocare disturbi del sonno, problematiche alimentari e tensioni fisiche, innescando un circolo vizioso di alterazioni generali che può favorire un attacco di emicrania;
  • i fattori ambientali: includono l'esposizione a fonti di luce e rumore molto forti, a odori molto intensi, ad aria fumosa e a cambiamenti delle condizioni atmosferiche, come il passaggio a forti altitudini o l'esposizione a caldo e freddo intensi.​
Tra i fattori scatenanti sono stati segnalati anche molecole presenti in diversi alimenti, i cui effetti variano da persona a persona e non è ancora confermato se la scatenino o meno:

  • tiramina. Presente in formaggi invecchiati, prodotti a base di soia, fave, salami o salsicce dure, pesce affumicato o essiccato e alcuni tipi di noci
  • nitrati, che si trovano in hot dog e affettati
  • monoglutammato di sodio, esaltatore di sapidità utilizzato per insaporire pasti da fast food, dadi per brodo, condimenti e spezie
  • caffeina, compresa quella contenuta nel cioccolato
  • il vino rosso​
Anche alcuni farmaci vanno considerati possibili fattori scatenanti:

  • contraccettivi orali
  • terapia ormonale sostitutiva che viene utilizzata in menopausa
  • alcuni sonniferi
  • vasodilatatori come la nitroglicerina.

Diagnosi di emicrania

La maggior parte delle cefalee non ha una causa grave, soprattutto se iniziano in giovane età e non cambiano nel tempo.

Quando un paziente segnala i disturbi da cefalea al suo medico, l’obiettivo è quello di determinare se questa dipende da un'altra causa, cioè se si tratta di una cefalea secondaria o provocata da un disturbo grave.

Se non viene identificata alcuna causa, il medico cerca di identificare meglio il tipo di cefalea primaria presente. Al netto della anamnesi e dell’esame obiettivo, gli esami che possono essere richiesti, per escludere l’eventualità di una emicrania secondaria, sono:

  • RMN: per identificare anomalie cerebrali
  • TC: per escludere lesioni intracraniche 
  • EEG: indicato in casi di sospetta attività epilettica o aura atipica
  • esami del sangue: per rilevare infezioni o disturbi metabolici 
  • ecocolordoppler dei tronchi sovraortici: per valutare la circolazione cerebrale
  • radiografia del cranio: in caso di sospette patologie ossee o sinusali.
Può anche essere richiesta la stesura di un diario delle cefalee, per monitorare andamento e intensità del disturbo.

Segni che richiedono immediato approfondimento
Nei pazienti che soffrono di cefalea, ci sono alcuni segni che non devono essere trascurate e che, al contrario, sono campanelli d’allarme:

  • ​sintomi che suggeriscono un disturbo cerebrale. Cambiamenti nella sensibilità o nella vista, debolezza improvvisa, perdita di coordinazione, convulsioni, difficoltà di parola o di comprensione di un discorso, sonnolenza o stato confusionale
  • febbre e collo rigido, che rende doloroso o a volte impossibile abbassare il mento verso il petto
  • cefalea improvvisa e intensa
  • dolorabilità alle tempie o dolore alle mascelle durante la masticazione
  • tumore o disturbo da immunodeficienza come l'AIDS
  • assunzione di un farmaco immunosoppressore
  • perdita di peso o febbre
  • una cefalea che peggiora progressivamente
  • arrossamento oculare e visualizzazione di aloni intorno alle luci
  • pressione arteriosa molto elevata
  • cefalea che inizia dopo i 50 anni di età.

Emicrania, rimedi

Se i risultati dell'esame obiettivo sono normali, si agisce tramite una terapia farmacologica formulata su misura, che deve essere sempre associata all'adozione di un miglioramento delle abitudini e alla rimozione dei fattori scatenanti evitabili:

  • il rilassamento o la gestione dello stress, aiutano a controllare gli attacchi di emicrania
  • le tecniche di rilassamento possono aiutare a gestire l'ansia, alleviare la tensione muscolare e alterare l'attività delle onde cerebrali
  • lo yoga può ridurre l'intensità e la frequenza delle emicranie.
La terapia farmacologica dell'emicrania si distingue in:

  • terapia acuta, che agisce direttamente sull’attacco
  • ​​terapia di profilassi, con l'obiettivo di prevenirla.
La terapia preventiva dell’emicrania deve essere affiancata alla terapia acuta quando il soggetto presenta almeno 4 giorni al mese di emicrania disabilitante. Deve essere seguita per un periodo continuativo di 4-6 mesi e si considera efficace quando riduce la frequenza degli attacchi di almeno il 50%.

Nei casi in cui, invece, viene rilevata una patologia sottostante, si interviene con un trattamento della patologia stessa, all’origine degli episodi emicranici.