Prevenzione

Tachicardia: quando il cuore batte troppo forte

21/02/2022 - Tempo di lettura: 6 minuti

​​​​Tachicardia: quando il cuore batte troppo forte

A tutti è capitato qualche volta di sentire il cuore che accelera la sua normale frequenza di battito: sono episodi innocui che quasi sempre si risolvono rapidamente e da soli. Ci sono casi in cui, invece, è meglio indagare sul perché il cuore batte troppo forte. In questo articolo vedremo cosa si intende per tachicardia patologica e quali sono le misure di prevenzione e cura per questo disturbo.

Cos'è la tachicardia e quali sono i suoi sintomi

Normalmente non percepiamo il nostro battito cardiaco, se non quando un evento ne aumenta l'intensità o la velocità. La situazione in cui si verifica un'alterazione della frequenza cardiaca si definisce aritmia. Nello specifico, si parla di tachicardia quando il battito del cuore è troppo veloce o bradicardia quando invece è troppo lento. C'è anche il caso in cui il ritmo sia irregolare, come per esempio nella fibrillazione atriale.

 

In condizioni di riposo, la frequenza cardiaca si considera regolare quando è compresa tra 60 e 100 pulsazioni al minuto. Si sfocia nella tachicardia quando il valore è superiore a 100 battiti al minuto.

 

In questo caso il cuore batte troppo velocemente e non è in grado di pompare in maniera efficace il sangue in tutto il corpo. L'insufficiente apporto di sangue può privare gli organi e i tessuti del necessario quantitativo di ossigeno e può portare a sintomi quali:

  • respiro corto;
  • senso di svenimento;
  • frequenza cardiaca accelerata;
  • sensazione di fastidio al petto o dolore al petto;
  • svenimento (sincope).

​Q​uali tipi di tachicardia si possono manifestare

La tachicardia è provocata da un'anomalia nel cuore che produce segnali elettrici molto frequenti che portano a un aumento della frequenza cardiaca. Episodi temporanei sono abbastanza comuni e generalmente non costituiscono motivo di preoccupazione. I battiti rapidi e forzati sono una risposta normale del cuore a determinati stimoli. Questa condizione viene definita come tachicardia sinusale e le cause possono essere le seguenti:

  • attività fisica;
  • forte impatto emotivo (come ansia, paura, dolore);
  • anemia;
  • ipotensione arteriosa;
  • febbre;
  • disidratazione;
gravidanza.
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Diventa una possibile evoluzione patologica, invece, quando il cuore accelera il battito nelle camere superiori (atri) o inferiori (ventricoli), o in entrambe, a riposo e in assenza delle condizioni prima citate.

 

Esistono diversi tipi di tachicardia di natura patologica. I più comuni sono:

  • fibrillazione atriale: è una malattia comune con l'avanzare dell'età ed è più frequente in persone che soffrono di malattie cardiovascolari. Si verifica quando le due cavità superiori del cuore, gli atri, si contraggono molto velocemente e con un ritmo irregolare;
  • Flutter atriale: si verifica quando gli atri si contraggono ad alta frequenza in modo ritmico. È meno comune della fibrillazione atriale, ma ne condivide disturbi, cause e possibili complicazioni;
  • Tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV): si manifesta con un'elevata frequenza cardiaca che ha inizio e fine improvvise. Può insorgere a qualsiasi età, spesso in conseguenza di uno sforzo intenso;
  • Tachicardia ventricolare: provoca una frequenza cardiaca molto accelerata che può durare per pochi battiti oppure più a lungo. In questo ultimo caso si parla di tachicardia ventricolare sostenuta e rappresenta un'emergenza seria, perché il cuore non riesce a pompare sangue in circolo in modo adeguato e perché può degenerare in fibrillazione ventricolare;
  • Fibrillazione ventricolare: in questo caso il cuore riceve segnali elettrici non sincronizzati e perde la capacità di contrarsi in maniera corretta per pompare il sangue in circolo. Può avere esiti fatali se non si interviene il prima possibile con un defibrillatore, un apparecchio capace di riportare il battito del cuore alla normalità. 

Quali condizioni possono provocare la tachicardia

L'accelerazione della frequenza cardiaca è provocata da un'alterazione degli impulsi elettrici che controllano il normale funzionamento della pompa del cuore. I fattori che possono alterare questo sistema sono molti e includono:

  • attività fisica;
  • stili di vita non salutari (che prevedono per esempio consumo eccessivo di caffè, alcol, fumo, droghe);
  • stress;
  • farmaci;
  • squilibri elettrolitici dovuti ad alterazioni nei livelli di sodio, potassio e magnesio, che regolano le funzioni nervose e muscolari;
  • febbre;
  • malattie cardiovascolari.

Altri fattori che possono aumentare il rischio di comparsa della tachicardia sono:
  • l'età avanzata: il fisiologico processo di invecchiamento che coinvolge anche il cuore aumenta la probabilità di sviluppare forme di tachicardia;
  • la familiarità: i soggetti che hanno familiari colpiti da alcune forme di tachicardia presentano un rischio maggiore di soffrire di questo disturbo.

Come si diagnostica la tachicardia

Per accertare la tachicardia e determinarne le cause scatenanti, il medico di base o il cardiologo procede esaminando i sintomi presenti, valutando lo stato di salute nel tempo del paziente e verificando l'eventuale presenza di familiarità.

 

Nel caso in cui venga confermato un battito troppo veloce, troppo lento o irregolare, si potrà indagare meglio la situazione eseguendo alcuni esami, a discrezione del medico:

  • Elettrocardiogramma (ECG): registra l'attività elettrica del cuore. È un esame rapido, non invasivo, poco costoso e il cui risultato è contestuale alla visita; 
  • ECG secondo Holter: grazie a un apparecchio che monitora e registra l'attività elettrica del cuore durante 24 o 48 ore, questo esame permette di individuare aritmie di breve durata e passeggere;
  • Esami del sangue: il controllo degli elettroliti - in particolare potassio, calcio, magnesio - consente di rilevare dei livelli alterati responsabili delle aritmie. Mentre il controllo dei valori TSH, FT3, FT4 consente di verificare l'attività della tiroide, che se funziona troppo o troppo poco può causare aritmie;
  • Ecocardiogramma: è un'ecografia del cuore che permette di valutare se le camere cardiache si contraggono correttamente o se vi sono alterazioni dovute ad esempio a locali ischemie o a infarti precedenti;
  • ECG da sforzo e scintigrafia miocardica: consentono di analizzare il funzionamento del cuore quando è sotto sforzo, evidenziando aree di ischemia, non visibili con un ECG a riposo.​
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​Come trattare la tachicardia: cura e prevenzione

Trattare la tachicardia significa agire su più fronti:

  • intervenire sulle cause che la provocano e rallentare la frequenza cardiaca durante l'attacco;
  • prevenire futuri episodi e a ridurre al minimo il rischio che possano verificarsi delle complicazioni.

    Se non curata, infatti, la tachicardia può compromettere il funzionamento del cuore e causare complicazioni di gravità variabile in base al tipo di attacco, alla sua durata, al numero di battiti al minuto e alla presenza di altri disturbi cardiaci.

Intervenire sulle cause

La terapia è differente a seconda del tipo di aritmia e della causa scatenante.

Per le tachiaritmie sopraventricolari, in alcuni casi è possibile rallentare la frequenza cardiaca mettendo in atto alcune manovre specifiche indicate dal medico di base o dallo specialista, ovvero le manovre vagali, da eseguire durante gli attacchi. Stimolano il nervo vago, che partecipa alla regolazione del battito cardiaco, e richiedono di:

  • tossire;
  • esercitare una pressione sull'addome, in corrispondenza dello stomaco;
  • applicare un impacco di ghiaccio sul viso. 

Se non si tratta di un episodio temporaneo dovuto a una causa specifica, o nel caso in cui la tachicardia non risponda alle manovre vagali, il cardiologo può prescrivere un farmaco antiaritmico.

Per la tachicardia/fibrillazione ventricolare il primo approccio per rispondere all'emergenza è il ricorso al defibrillatore, che deve essere utilizzato da personale adeguatamente formato. Successivamente il paziente dovrà fare i necessari accertamenti e intraprendere le azioni più adeguate alla sua condizione di salute.

Come effettuare la prevenzione

Il modo più efficace per prevenire la tachicardia è quello di ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, che si traduce nell'adottare alcune abitudini:

  • uno stile di vita sano: con una dieta equilibrata e varia, limitando il consumo di alcol;
  • Praticare regolare attività fisica la cui frequenza, modalità e intensità vanno valutate con il medico di riferimento;
  • Monitorare i livelli di colesterolo, anche attraverso la dieta, e controllare il peso per evitare il rischio di sovrappeso/obesità;
  • Smettere di fumare;
  • Evitare il più possibile lo stress: fisico, lavorativo ed emotivo. Può tornare utile imparare alcune tecniche di rilassamento e per gestire l'ansia, come la meditazione e lo yoga.

20220228_Tachicardia_3.jpgCome abbiamo visto, nel caso in cui le tachicardie non siano sinusali ma di altro tipo è bene rivolgersi al proprio medico e a degli specialisti in grado di interpretare in modo corretto i segnali con cui si manifesta il disturbo. Nei centri Dyadea è possibile prenotare una visita cardiologica con ECG (ed eventualmente anche ecocardiogramma color doppler transtoracico), che restituisce un quadro clinico accurato grazie a tecniche relativamente semplici, eseguite in regime ambulatoriale in tempi rapidi.