Patologie

Malattia di Crohn: sintomi, diagnosi e trattamento

09/05/2022 - Tempo di lettura: 6 minuti

Malattia di Crohn: sintomi, diagnosi e trattamento

Second​o le ultime stime dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia ci sono circa 150.000 persone che soffrono di malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), ovvero Malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa: di queste, circa il 30-40% presenta la malattia di Crohn, che in genere si manifesta tra i 20 e i 30 anni di età oppure dopo i 65, ma si verificano casi anche tra i bambini e gli adolescenti. 


Può colpire ogni parte dell'apparato gastrointestinale, dalla bocca all'ano ma, più comunemente, interessa l'ultimo tratto dell’intestino tenue e/o il colon. Alcune complicanze, più evidenti durante la fase acuta, sono in grado di compromettere il metabolismo se non addirittura la funzionalità degli organi vicini all’area colpita (vescica, peritoneo, utero, uretra). Complicanze a lungo termine come stenosi possono poi portare il paziente all’intervento chirurgico.


Nei pazienti affetti da malattia di Crohn è importante una corretta diagnosi e un corretto monitoraggio clinico, laboratoristico ed endoscopico della malattia. L’introduzione precoce della terapia immunomodulante (farmaci immunosoppressori o biologici) è raccomandata dalle linee guida Europee (ECCO) e implica la possibilità di controllare la malattia e la sua progressione.

In questo articolo vedremo cosa comporta la malattia di Crohn, quali sono i sintomi, come effettuare la diagnosi e come impostare una terapia adeguata.


Cosa comporta la malattia di Crohn​


Nella maggior parte dei casi, la malattia di Crohn colpisce l’ultimo segmento dell’intestino tenue e il colon. La patologia può interessare alcuni segmenti del tratto intestinale risparmiando altri segmenti normali con “lesioni a salto” tra le aree affette. 

La malattia, che interessa l'intero spessore della parete intestinale, è innescata da una risposta immunitaria continua contro l’intestino in soggetti verosimilmente predisposti geneticamente.


Questa reazione continua provoca una forte infiammazione, a seguito della quale si possono formare ulcere intestinali. Se trascurata, l’infiammazione può complicarsi in fibrosi e causare restringimenti intestinali (stenosi) o approfondirsi fino a creare dei tragitti verso gli organi circostanti o l’esterno (fistole), richiedendo il ricorso a soluzioni chirurgiche.


Quando il morbo di Crohn interessa il colon, prende il nome di colite di Crohn, mentre se colpisce l’ileo è detta ileite. Il morbo di Crohn colpisce:

  • il solo intestino tenue (35% dei casi);

  • il solo intestino crasso (20% dei casi);

  • sia l’ultima parte dell’intestino tenue sia l’intestino crasso (45% dei casi).


Quali sono le cause

Le cause della malattia di Crohn al momento non sono ancora conosciute. Si ritiene che sia dovuta a una risposta anomala del sistema immunitario contro i batteri che normalmente costituiscono la flora batterica. La reazione è scatenata da una combinazione di fattori, quali:

  • predisposizione genetica: la malattia spesso si verifica in più componenti della stessa famiglia o all'interno di determinate etnie. Non si trasmette direttamente dai genitori ai figli, quindi non è ereditaria e non è contagiosa.

  • alterazioni della reazione del sistema immunitario a livello intestinale: nell'apparato digerente sono presenti numerosi batteri coinvolti nel processo di digestione degli alimenti. Il sistema immunitario delle persone sane li riconosce e, normalmente, non li attacca. Negli individui colpiti da malattia di Crohn, invece, il sistema immunitario intestinale non li riconosce e attiva una reazione infiammatoria per eliminarli.

  • fattori ambientali capaci di influenzare direttamente la risposta immunitaria e/o la flora batterica intestinale, come per esempio una dieta non adeguata, infezioni intestinali avute in passato e il fumo.


Non ci sono evidenze scientifiche che la malattia possa essere causata da un particolare tipo di alimentazione, anche se alcuni cambiamenti nella dieta possono contribuire a migliorare o a tenere sotto controllo i sintomi.


Come si manifesta il morbo di Crohn

La malattia di Crohn può manifestarsi in maniera diversa a seconda delle localizzazioni intestinali interessate. In una certa percentuale, questa patologia, agli stadi iniziali, non dà sintomi particolari e viene scoperta solo per caso nel corso di accertamenti radiologici o endoscopici eseguiti per altri motivi.


I sintomi più frequenti sono:

  • diarrea cronica, che persiste per più di 4 settimane, anche notturna, associata a dolori e crampi addominali, talvolta con perdite di sangue misto alle feci, e con qualche linea di febbre;

  • dolori addominali

  • inappetenza e perdita di peso;

  • dolori articolari.

 

Esistono poi alcuni sintomi che rappresentano più propriamente delle complicanze: fistole e stenosi dei tratti intestinali possono causare delle cicatrici che compromettono, parzialmente e progressivamente, le funzionalità intestinali causando per esempio occlusione intestinale.

 

La malattia di Crohn è una” malattia della vita”  con fasi di atticità e fasi di remissione. 

Non si conoscono i motivi di tale alternanza né il fattore che scatena le riacutizzazioni o ne determina la gravità. L’infiammazione ricorrente tende a comparire nella stessa area dell’intestino ma, nei casi di asportazione chirurgica del primo tratto interessato, può ripresentarsi in aree adiacenti.


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Diagnosticare la malattia di Crohn 

La diagnosi della malattia di Crohn è istologica. Quindi l’esame endoscopico rappresenta l’indagine di elezione per la diagnosi della stessa.

Talvolta la malattia di Crohn viene confusa con la sindrome del colon irritabile e ciò porta a un ritardo diagnostico. La diagnosi precoce rappresenta uno strumento molto importante per prevenire le eventuali complicanze, inoltre tenere sotto controllo l’evoluzione della patologia e aiuta i pazienti a mantenere una qualità della vita migliore.


Il primo passo del processo diagnostico consiste nella visita in cui il medico curante valuta i sintomi e la presenza di eventuali fattori di rischio, come per esempio familiarità o fumo, e verifica lo stato di salute generale.


Nessun esame di laboratorio identifica in modo specifico il morbo di Crohn, ma gli esami del sangue possono evidenziare:

  • anemia;

  • deciso aumento del numero dei globuli bianchi;

  • bassi livelli della proteina albumina;

  • altri segni di infiammazione come elevata velocità di eritrosedimentazione o aumentato livello della proteina C-reattiva. 



L'esame delle feci è eseguito per escludere infezioni batteriche o parassitologiche e attraverso il dosaggio della calprotectina fecale è possibile valutare la presenza e grado di infiammazione intestinale.


In seguito ai risultati delle analisi del sangue e delle feci, il medico curante può indirizzare il malato dal gastroenterologo per l'ulteriore accertamento della malattia e/o prescrivere indagini aggiuntive di approfondimento come:

  • colonscopia​: molto spesso prescritta con una calprotectina fecale positiva. Ispeziona l’intestino crasso e l’ultima ansa ileale con una sonda flessibile. Durante lo stesso deve essere eseguita una mappatura bioptica per l'esame istologico.

  • esami di diagnostica per immagini: una risonanza magnetica per immagini (RMI) dell’addome, o una ecografia delle anse intestinali completano l’iter diagnostico valutando specialmente il piccolo intestino e la presenza di complicanze come fistole o stenosi.

  • RM pelvi per la malattia perianale.

Come trattare il morbo di Crohn

Attualmente non esistono cure in grado di guarire definitivamente la malattia di Crohn; la terapia, pertanto, ha lo scopo di eliminare l’infiammazione e mantenere il più a lungo possibile i periodi senza disturbi (remissione) e alleviarli quando sono presenti, migliorare la qualità della vita e prevenire complicazioni.


La terapia deve essere modulata sul singolo paziente: la malattia si manifesta in modo variabile da persona a persona e cambia nel corso del tempo, in base alla sua evoluzione.

Per questo motivo il paziente, di solito, è seguito da specialisti in più discipline (gastroenterologi, internisti, nutrizionisti, oculisti, reumatologi, dermatologi, chirurghi ed infermieri specializzati) per gestire tutti gli aspetti della malattia e le sue eventuali complicazioni.


Quando la malattia è in fase attiva può provocare disturbi da moderati a gravi

Prima di qualsiasi prescrizione di farmaci è sempre raccomandata la sospensione del fumo. Il fumo, infatti, è un fattore di rischio accertato per la comparsa della malattia di Crohn. Inoltre, influenza negativamente l'evoluzione della malattia. Smettere di fumare costituisce, quindi, la prima cura da seguire.


La terapia farmacologica viene assegnata per trattare la fase attiva e mantenere la remissione. Secondo le linee guida europee (ECCO) la terapia biologica (farmaci anti-TNFs o antagonisti delle integrine o anti-IL12\23) rappresenta la terapia di primo livello nella malattia di Crohn. Questi farmaci regolano il sistema immunitario modulando l’infiammazione attraverso uno o più meccanismi.


Durante il trattamento possono essere utilizzati, sempre su indicazione del medico, anche farmaci per ridurre i disturbi (ad esempio, farmaci antidiarrea o antidolorifici) o integratori per ripristinare i giusti livelli di nutrienti e vitamine diminuiti in seguito a malassorbimento e/o a riduzione dell’alimentazione.

 

La terapia chirurgica subentra quando la cura farmacologica si dimostra inefficace e in caso si verifichino complicazioni locali. Non cura la malattia che, quindi, può ripresentarsi. Quando ciò avviene, in genere, ad essere coinvolti sono i tessuti circostanti l'area eliminata con l’intervento. Per questo motivo la chirurgia non rappresenta, di solito, la prima cura


Quando la malattia è in remissione, i disturbi non sono presenti o sono molto leggeri. Durante questi periodi è importante continuare la terapia come mantenimento della remissione e sottoporsi ad un monitoraggio in un centro specialistico.



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Co​nvivere con il morbo di Crohn

C​onsiderata la ricorrenza delle manifestazioni della malattia, apportare alcune modifiche allo stile di vita può aiutare la convivenza con il morbo di Crohn.


Non esiste ​una dieta formulata per le persone colpite da questa patologia, perché ogni individuo la vive in modo diverso. Molti soggetti, però, notano un aggravamento dei sintomi quando mangiano determinati alimenti. Può essere utile scrivere un diario annotando, per ogni cibo consumato, la reazione scaturita. ​


In generale, è importante evitare o ridurre l’assunzione di tutti gli alimenti di difficile digestione. Molti malati trovano benefici nel limitare il consumo di latte e latticini, di cibi ad alto contenuto di grassi e di fibra, di cibi piccanti, di alcol e caffeina.

Ber​e 1,5-2 litri d’acqua al giorno riduce il rischio di calcolosi, causata dal malassorbimento dei grassi. È fondamentale seguire un’alimentazione che includa tutti i nutrienti e preveda un adeguato apporto proteico.


Inoltre, è preferibile fare pasti picco​​​​​li e frequenti evitando le abbuffate, che portano a distensione addominale e sub-occlusioni. I pasti frequenti riducono anche il rischio di calcolosi biliare, frequente nella malattia di Crohn ileale.


In caso di stenosi, una dieta semiliquida e priva di scorie, da seguire costantemente o almeno per uno o due giorni a settimana, permette di ripulire l’intestino.


Come abbiamo visto, diagnosticare la malattia di Crohn richiede grande esperienza e professionalità medica. Nei Centri Dyadea uno staff multidisciplinare può occuparsi di tutti gli aspetti della malattia, sia nel percorso diagnostico che nel trattamento. I laboratori specializzati, infatti, offrono la strumentazione necessaria per gli esami di approfondimento più importanti, mentre i numerosi professionisti presenti - in gastroenterologiachirurgia e nutrizione per citarne solo alcuni - possono contribuire a considerare tutti gli aspetti della malattia.

 

L’expertise dei Centri Dyadea per i malati del morbo di Crohn

Come abbiamo visto, diagnosticare la malattia di Crohn richiede grande esperienza e professionalità medica. Nei Centri Medici Dyadea uno staff multidisciplinare può occuparsi di tutti gli aspetti della malattia, sia nel percorso diagnostico che nel trattamento. I laboratori specializzati, infatti, offrono la strumentazione necessaria per gli esami di approfondimento più importanti, mentre i numerosi professionisti presenti - in gastroenterologiachirurgia e nutrizione per citarne solo alcuni - possono contribuire a considerare tutti gli aspetti della malattia.​​