Gastroenterologia

Gastrite: sintomi, cause e rimedi

13/06/2022 - Tempo di lettura: 4 minuti

​​La gastrite è un'infiammazione della parete interna dello stomaco. Spesso, all'origine di questo disturbo ci sono abitudini alimentari scorrette. Fumo e farmaci di uso comune con proprietà gastrolesive, come l'acido acetil salicilico per esempio, possono concorrere alla sua comparsa, così come stress e arrabbiature. Una correzione degli stili di vita, specie riguardanti la dieta, può aiutare a prevenire i disturbi di stomaco.

 

Altrettanto frequente, però, è la sua associazione all'Helicobacter pylori, lo stesso batterio che causa le ulcere gastriche. Nella maggior parte dei casi la gastrite non è pericolosa, ma se non si rileva un rapido miglioramento nonostante i trattamenti o se i sintomi non vengono curati in modo adeguato il disturbo può peggiorare, portando allo sviluppo di ulcere.

 

In questo articolo vedremo in cosa consiste la gastrite, quali sono sintomi e cause, come diagnosticarla e come trattarla.

In cosa consiste la gastrite

Come accennato sopra, con il termine gastrite si intende l'infiammazione della mucosa che riveste la parete interna dello stomaco. Può verificarsi improvvisamente ed evolvere rapidamente come episodio di gastrite acuta oppure perdurare nel tempo diventando cronica.

In base al grado di gravità si possono individuare due categorie:

  • La gastrite non erosiva è caratterizzata da alterazioni nella mucosa gastrica che vanno dall'atrofia fino alla trasformazione del tessuto gastrico in tessuto di tipo intestinale (metaplasia intestinale). Spesso, diversi tipi di globuli bianchi si accumulano nello stomaco causando infiammazioni di grado variabile e provocando l'infiammazione parziale o totale dello stomaco (gastrite eosinofila).
  • La gastrite erosiva è più grave: in questo caso sono presenti infiammazione ed erosione della mucosa gastrica. In genere si sviluppa all'improvviso, ma potrebbe insorgere anche lentamente (gastrite erosiva cronica).

Quali sono le cause della gastrite

La gastrite si manifesta quando la barriera che protegge la mucosa dello stomaco si indebolisce a causa di uno o più dei seguenti fattori:

  • alimentazione scorretta, ricca di cibi piccanti e speziati, irritanti per la mucosa gastrica o ad alto contenuto di grassi;
  • abuso di alcol;
  • assunzione prolungata di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come, ad esempio, l'ibuprofene o l'aspirina;
  • infezione da helicobacter pylori;
  • reazione autoimmune, condizione rara che si verifica quando il sistema di difesa dell'organismo attacca per errore le cellule della mucosa gastrica;
  • eventi stressanti come incidenti, ferite gravi, malattie o interventi chirurgici. Non è noto il motivo preciso per cui una malattia grave possa causare la gastrite, tuttavia può essere in relazione al ridotto flusso sanguigno allo stomaco, all'aumento della quantità di acido nello stomaco e/o all'alterazione della capacità di autoprotezione e rinnovamento della mucosa gastrica.
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    Con quali sintomi si manifesta la gastrite

    Come accennato sopra, i disturbi causati dalla gastrite possono comparire improvvisamente ed essere particolarmente intensi, nel caso della gastrite acuta, oppure svilupparsi lentamente e persistere nel tempo (gastrite cronica). I sintomi comunemente consistono in:

    • dolore e crampi allo stomaco;
    • bruciore di stomaco (pirosi gastrica);
    • nausea e vomito;
    • sensazione di pienezza dopo aver mangiato.

      Se la mucosa gastrica è stata danneggiata ed esposta all'azione erosiva degli acidi dello stomaco possono manifestarsi anche dolore e sanguinamento: in alcuni casi si verifica la formazione di un'ulcera.

      La gastrite cronica può essere asintomatica quando è causata dall'infezione da Helicobacter pylori o, nel caso della gastrite autoimmune, da un errore del sistema di difesa dell'organismo che attacca la mucosa. In questo caso, come conseguenza, può verificarsi anche un'anemia provocata dal mancato assorbimento della vitamina B12.

    Gastrite: quando preoccuparsi

    I sintomi come sensazione di indigestione e/o crampi e dolori allo stomaco si possono curare con opportuni cambiamenti nello stile di vita e nella dieta, o assumendo farmaci da banco, come gli antiacidi.

     

    Si consiglia invece di consultare il medico quando:

    • i disturbi sono presenti da più di una settimana, o compaiono forti dolori;
    • si ritiene che i disturbi si riacutizzino in seguito all'assunzione di farmaci;
    • ci sono tracce di sangue nel vomito o nelle feci, o le feci assumono un colore molto scuro, simile a quello dei fondi di caffè.

    Come diagnosticare la gastrite

    Per accertare la gastrite, il medico curante o lo specialista può decidere di prescrivere questi esami:

    • gastroscopia: l'esplorazione endoscopica permette di valutare lo stato della mucosa gastrica e di constatare eventuali erosioni o ulcere. Permette anche, attraverso il prelievo di piccoli frammenti di tessuto (biopsie), di verificare la presenza dell'Helicobacter pylori e dell'infiammazione;
    • esame delle feci: è utile per escludere un'infezione o il sanguinamento dello stomaco;
    • test del respiro: si prescrive per accertare la presenza dell'infezione da Helicobacter pylori. Il test consiste nel bere un bicchiere di liquido trasparente e insapore contenente carbone radioattivo e, successivamente, soffiare all'interno di un sacchetto. ​
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​La terapia per la gastrite

La cura della gastrite ha lo scopo di ridurre il livello di acidità nello stomaco, in maniera da ottenere un miglioramento dei disturbi e la guarigione dell'infiammazione della mucosa gastrica.

 

In caso di sintomatologia lieve, spesso è sufficiente l'assunzione di antiacidi che neutralizzano gli acidi già prodotti e rilasciati nello stomaco. Quasi tutti questi farmaci possono essere acquistati senza prescrizione medica. Gli antiacidi includono l'idrossido di alluminio (che può causare stipsi), l'idrossido di magnesio (che può causare diarrea) e il carbonato di calcio. Dal momento che possono interferire con l'assorbimento di numerosi farmaci, i pazienti che seguono parallelamente altre terapie devono avvisare il medico.

 

Se la gastrite è causata dall'infezione da Helicobacter pylori, è necessario iniziare una terapia a base di antibiotici della durata di 14 giorni. I soggetti con gastrite erosiva devono evitare di assumere farmaci che irritano la mucosa gastrica (come i FANS).

 

Alcuni medici, per favorire la protezione della mucosa gastrica, prescrivono parallelamente degli inibitori della pompa protonica o bloccanti dei recettori H2. Siccome spesso devono essere assunti a lungo, è bene essere informati che possono provocare lievi effetti collaterali, quali mal di testa, stitichezza, diarrea, nausea, vertigini ed eruzioni cutanee.

Dieta consigliata per chi soffre di gastrite

L'alimentazione può essere di aiuto in caso di gastrite, non solo dal punto di vista dei cibi selezionati, ma anche nelle modalità. Per ridurre i disturbi, infatti, è consigliabile:

  • masticare lentamente, perché rende più agevole la digestione e riduce i tempi di permanenza gastrica del cibo;
  • evitare pasti abbondanti (soprattutto quelli serali), suddividendoli nell'arco della giornata e cercando il più possibile di mantenere gli orari regolari, senza mai saltare;
  • inserire spuntini fra un pasto e l'altro aiuta a tamponare l'acidità di stomaco e a evitare che aumenti a causa del digiuno prolungato;
  • ​ridurre lo stress il più possibile attraverso tecniche di rilassamento.

Riguardo i cibi da preferire, piuttosto che adottare la cosiddetta dieta 'in bianco', sconsigliata perché inefficace, è corretto impostare un regime alimentare che aiuti ad attenuare i sintomi imparando a riconoscere quegli alimenti che li possano risvegliare o peggiorare.

Quindi, in generale, sono da preferire:
  • le preparazioni semplici;
  • olio extra vergine di oliva come condimento;
  • la verdura di stagione, variando la qualità per favorire un apporto idoneo di vitamine e sali minerali;
  • pane ben cotto, crackers e fette biscottate. 

Specie nelle fasi acute, scegliere la cottura al vapore, ai ferri, alla griglia, alla piastra, a lesso, al forno e al cartoccio aiuta a lenire i disturbi. Escludere la frittura perché da un lato aumenta il contenuto di acreolina, una sostanza che peggiora l'infiammazione della mucosa, e dall'altro il contenuto in grassi riduce lo svuotamento dello stomaco rendendo la digestione più lunga.  

Da evitare, in linea generale, gli alimenti irritanti, come per esempio:
  • spezie, se consumate in quantità elevate;
  • liquidi troppo caldi;
  • brodo di carne, gli estratti per brodo o di carne, minestre pronte contenenti questi ingredienti perché stimolano la secrezione gastrica;
  • formaggi piccanti e fermentati;
  • insaccati;
  • caffè, bevande contenenti caffeina o metilxantine (tè, coca cola, cioccolato) perché determinano reflusso;
  • bevande gassate;
  • vino e superalcolici.

Il supporto di Dyadea per i pazienti che soffrono di gastrite

Il reparto di gastroenterologia dei Centri Medici Dyadea mette a disposizione dei pazienti l'expertise di specialisti che potranno seguire il loro percorso terapeutico dall'inizio. Il primo appuntamento prevede un colloquio preliminare e una visita dell'addome, cui può far seguito la prescrizione di accertamenti, se ritenuti necessari. Per una diagnosi ancora più mirata e accurata, si può anche prenotare una prima visita di gastroenterologia abbinata a ecografia.

 

Inoltre, la presenza nei Centri di un nutrizionista potrà rivelarsi utile per aiutare i pazienti a formulare un piano alimentare disegnato sulle specifiche esigenze.