Patologie

Emicrania: quali sono i sintomi e come si cura

31/01/2022 - Tempo di lettura: 10 minuti

Emicrania: quali sono i sintomi e come si cura

Il mal di testa è uno dei disturbi più diffusi nella popolazione mondiale. Il termine medico per indicarlo è cefalea e nella maggior parte dei casi si può curare assumendo analgesici e cambiando alcune abitudini nel proprio stile di vita. Quando però i farmaci non si dimostrano risolutivi o il mal di testa è frequente e intenso, è necessario rivolgersi al medico per indagare a fondo e trovarne la causa. In questo articolo vedremo cosa si intende per emicrania, quali sono i suoi sintomi, da cosa è provocata  e come si può prevenire  o trattare.

 

Che cos'è l'emicrania e come si manifesta

L'emicrania è una delle forme di cefalee. Nello studio The Global Burden of Disease Study del 2010 (GBD2010) è stata classificata come la terza malattia più diffusa al mondo. Nel GBD2015, è stata classificata come terza causa di disabilità a livello mondiale sia negli uomini sia nelle donne al di sotto dei 50 anni.

 

Secondo la classificazione internazionale delle cefalee, possiamo distinguere fra:

  • le cefalee primarie: sono le più frequenti e consistono in disturbi a sé stanti e non legati ad altre patologie;
  • le cefalee secondarie: dipendono da altre patologie come, ad esempio, cefalea da trauma cranico e/o cervicale, da disturbi vascolari cerebrali (come l'ictus), da patologie del cranio non vascolari (come tumori cerebrali, ipertensione o ipotensione liquorale).

L'emicrania fa parte delle cefalee primarie e si manifesta con queste caratteristiche:
  • si presenta generalmente, ma non esclusivamente, a un solo lato della testa (unilateralità)
  • produce dolore intenso, pulsante, inabilitante
  • peggiora con il movimento​.


L'emicrania può manifestarsi con o senza aura, ovvero un sintomo che precede o si associa all'attacco emicranico:

  • La forma senza aura, la più frequente (80-90% circa), insorge nel 75% dei casi tra i 10 e i 30 anni, tende ad attenuarsi e poi a scomparire oltre i 50 anni. Si distinguono forme a bassa frequenza (meno di 2 attacchi/mese), a media frequenza (3-5 attacchi/ mese) e ad alta frequenza (più di 5 attacchi/mese). Il decorso dell'emicrania senz'aura può variare molto a seconda del periodo della vita in risposta a diversi input esterni o interni all'organismo, come ad esempio fattori ormonali (uso di contraccettivi, gravidanza, allattamento, menopausa), stress psico-fisico​, alimenti (per esempio formaggi stagionati, il cioccolato, gli alcoolici), fattori climatici, stimolazioni sensoriali intense (luci abbaglianti, rumori, odori intensi, profumi), farmaci.
  • Nella forma con aura, più rara (10-20%), il dolore è preceduto da sintomi neurologici focali. Il paziente, infatti, avverte dei flash di luce (scotoma scintillante), annebbiamenti a uno o ad entrambi gli occhi, formicolio agli arti, rigidità del collo, difficoltà nel parlare. L'aura ha una durata variabile da alcuni minuti a un'ora prima e può continuare anche dopo l'inizio della cefalea


Le emicranie tendono a essere ereditarie, infatti oltre la metà delle persone che ne sono affette ha parenti vicini che ne soffrono, mentre in alcuni casi possono diventare addirittura croniche

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Quali sono le cause dell'emicrania

Le emicranie si manifestano in quei soggetti il cui sistema nervoso è più sensibile. In queste persone, il cervello converte in dolore stimoli non dolorosi, come per esempio lo stress, le variazioni ormonali femminili, i cambi climatici, le irregolarità del ritmo sonno-veglia, il digiuno. Dagli studi condotti emerge che un ruolo chiave nello scatenamento dell'attacco emicranico sia svolto dalla corteccia cerebrale pre-frontale, deputata all'elaborazione degli eventi stressanti, e dall'ipotalamo, organo sensibile alle variazioni dei ritmi di vita e responsabile dei sintomi che precedono l'attacco.

Nel corso dell'emicrania, le terminazioni del nervo trigemino si attivano e liberano diverse sostanze che causano un'infiammazione dolorosa nei vasi sanguigni cerebrali e nelle membrane che lo ricoprono (meningi). Questo processo può causare dolore pulsante, nausea, vomito e rende sensibili alla luce e ai rumori.

I fattori scatenanti dell'attacco emicranico cambiano in base alla situazione in cui la persona si trova prima che l'emicrania arrivi. Può dipendere da motivi fisici, emotivi, ambientali:

  • i fattori fisici possono essere di natura ormonale, come la presenza di ciclo mestruale, gravidanza, menarca e menopausa. Ciò spiega perché il disturbo colpisce prevalentemente le donne, per natura più soggette a sbalzi ormonali, e perché l'emicrania insorga soprattutto durante il periodo dello sviluppo, per poi attenuarsi con la menopausa. Altri elementi fisici che influiscono possono essere posture scorrette che provocano tensioni al collo e alla spalla. Infine, anche l'ipoglicemia può provocare un attacco di emicrania;
  • i fattori emotivi: ansia, stress, eccitazione, depressione o tensione. Questi stati possono provocare disturbi del sonno, problematiche alimentari e tensioni fisiche, innescando un circolo vizioso di alterazioni generali che può favorire un attacco di emicrania;
  • i fattori ambientali: includono l'esposizione a fonti di luce e rumore molto forti, a odori molto intensi, ad aria fumosa e a cambiamenti delle condizioni atmosferiche, come il passaggio a forti altitudini o l'esposizione a caldo e freddo intensi.​


Tra i fattori scatenanti sono stati segnalati anche vari alimenti, tuttavia i loro effetti variano da persona a persona e non è ancora confermato se la scatenino o meno. Sono inclusi:

  • gli alimenti che contengono la molecola biologica tiramina, come formaggi invecchiati, prodotti a base di soia, fave, salami o salsicce dure, pesce affumicato o essiccato e alcuni tipi di noci;
  • i cibi che contengono nitrati, come hot dog e affettati;
  • gli alimenti che contengono monoglutammato di sodio, un esaltatore di sapidità utilizzati per insaporire pasti da fast food, dadi per brodo, condimenti e spezie.
  • la caffeina, compresa quella contenuta nel cioccolato.
  • il vino rosso​​


Da non sottovalutare, infine, l'azione dei farmaci come:

  • i contraccettivi orali;
  • la terapia ormonale sostitutiva che viene utilizzata in menopausa;
  • alcuni sonniferi;
  • vasodilatatori come la nitroglicerina.
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I sintomi che caratterizzano l'emicrania

Come detto sopra, l'emicrania si manifesta più spesso con un dolore pulsante da un lato della testa ma può manifestarsi anche da entrambi i lati. Può essere moderato, ma spesso è grave e invalidante. L'attività fisica, la luce intensa, i rumori forti e alcuni odori possono aggravarla. La cefalea è frequentemente accompagnata anche da nausea, a volte con vomito. Solitamente durante un attacco emicranico il soggetto tende a sentire il bisogno di ritirarsi al buio, in una stanza tranquilla, a sdraiarsi e provare a dormire. Le emicranie, infatti, spesso si risolvono grazie al sonno.

Gli attacchi possono variare molto per frequenza e gravità e possono durare da alcune ore a diversi giorni.

L'attacco emicranico può essere preceduto o accompagnato da diversi sintomi. Tra quelli che lo precedono, si individuano:

  • Irritabilità;
  • Stitichezza;
  • Depressione o maggiore appetito;
  • Rigidità del collo;
  • Disturbi visivi tipici dell'aura: lampi di luce, abbagliamento;
  • Disturbi motori e del linguaggio;
  • Formicolio a braccia e gambe.​

Invece, i sintomi che accompagnano l'attacco emicranico hanno una variabilità soggettiva, sia per durata sia per intensità, e possono includere:

  • Dolore pulsante concentrato in uno o più punti della testa, in particolare nella parte anteriore, frontale o laterale;
  • Nausea;
  • Vomito;
  • Disturbi visivi, abbagliamento;
  • Vertigini;
  • Sensibilità alla luce (fotofobia), ai suoni (fonofobia), agli odori;
  • Irritabilità;
  • Nervosismo;
  • Agitazione e confusione;
  • Scarsa concentrazione;3
  • Brividi;
  • Sudorazione;
  • Dolore addominale.

Come viene effettuata la diagnosi di emicrania

La maggior parte delle cefalee non ha una causa grave, soprattutto se iniziano in giovane età e non cambiano nel tempo. Quando un paziente segnala i disturbi da cefalea al suo medico, l'obiettivo è quello di determinare se questa dipende da un'altra causa, cioè se si tratta di una cefalea secondaria e/o provocata da un disturbo grave. Se non viene identificata alcuna causa, il medico cerca di identificare meglio il tipo di cefalea primaria presente.

 

Nei pazienti che soffrono di cefalea, ci sono alcuni condizioni che non devono essere trascurate e che, al contrario, sono campanelli d'allarme:

  • ​sintomi che suggeriscono un disturbo cerebrale, come cambiamenti nella sensibilità o nella vista, debolezza improvvisa, perdita di coordinazione, convulsioni, difficoltà di parola o di comprensione di un discorso, cambiamenti nei livelli di coscienza, come sonnolenza o stato confusionale;
  • febbre e collo rigido, che rende doloroso o a volte impossibile abbassare il mento verso il petto;
  • cefalea molto improvvisa e intensa, che segnala l'insorgere di cefalea a rombo di tuono;
  • dolorabilità alle tempie (per esempio quando ci si pettina) o dolore alle mascelle durante la masticazione;
  • la presenza di tumore o di un disturbo da immunodeficienza come l'AIDS;
  • utilizzo di un farmaco che sopprime il sistema immunitario (immunosoppressore);
  • sintomi che si riflettono su tutto il corpo, come perdita di peso o febbre;
  • una cefalea che peggiora progressivamente per frequenza o per gravità;
  • arrossamento oculare e visualizzazione di aloni intorno alle luci;
  • pressione arteriosa molto elevata;
  • cefalea che inizia dopo i 50 anni di età


Se un soggetto emicranico, che non rileva nessuno dei campanelli d'allarme sopra citati, inizia a soffrire di cefalee diverse da quelle che ha accusato fino a quel momento, o se le solite cefalee diventano insolitamente intense, deve comunque rivolgersi a un medico.


Come trattare e prevenire al meglio le emicranie

Il primo passo per trattare, e soprattutto prevenire, le emicranie è confrontarsi con il medico descrivendo sintomi e anamnesi. Al fine di individuare i fattori scatenanti dell'emicrania, il medico solitamente propone la stesura di un diario delle cefalee, nel quale scrivere il numero e il momento dell'attacco, i fattori scatenanti e la risposta al trattamento. Segue poi un esame obiettivo che si concentra su testa e collo, cervello, midollo spinale e funzionalità nervosa. A volte viene eseguita anche una visita oculistica. Incrociando le informazioni dell'anamnesi con i risultati dell'esame obiettivo, possono essere individuati ed eliminati i fattori scatenanti e il medico ha una traccia su come proseguire nel trattamento.

 

Se i risultati dell'esame obiettivo sono normali, si agisce tramite una terapia farmacologica formulata su misura, che deve essere sempre associata all'adozione di un miglioramento delle abitudini e alla rimozione dei fattori scatenanti evitabili. Adottare interventi comportamentali, come il rilassamento o la gestione dello stress, aiuta infatti a controllare gli attacchi di emicrania: le tecniche di rilassamento possono aiutare a gestire l'ansia, alleviare la tensione muscolare e alterare l'attività delle onde cerebrali. Anche lo yoga, combinando posizioni fisiche che rinforzano e allungano i muscoli con una respirazione profonda, può ridurre l'intensità e la frequenza delle emicranie.


La terapia farmacologica dell'emicrania si distingue in:

  • terapia acuta, che agisce direttamente sull'attacco;
  • ​​terapia di profilassi, con l'obiettivo di prevenirla


La terapia preventiva dell'emicrania deve essere affiancata alla terapia acuta quando il soggetto presenta almeno 4 giorni al mese di emicrania disabilitante. Deve essere seguita per un periodo continuativo di 4-6 mesi e si considera efficace quando riduce la frequenza degli attacchi di almeno il 50%.

Se invece dopo l'esame obiettivo il medico sospetta una malattia grave, vengono effettuati altri esami di accertamento, come per esempio la risonanza magnetica per immagini (RMI), l'angiografia con risonanza magnetica, che fornisce informazioni dettagliate sui vasi sanguigni, o la tomografia computerizzata (TC). In questo caso, un centro medico specializzato come quelli appartenenti alla rete Dyadea può essere di aiuto, perché offre un approccio multidisciplinare con un team che può confrontarsi sui risultati e sulla terapia migliore da mettere a punto a seconda degli esiti.