Patologie

Cancro della cervice uterina: cos’è e come nasce

29/05/2023 - Tempo di lettura: 8 minuti

​Cancro della cervice uterina: cos'è e come nasce​

Il tumore della cervice uterina si sviluppa nella parte inferiore dell'utero, l'organo dell'apparato femminile dove viene accolto l'embrione nel corso della gravidanza. L'utero è formato da due parti principali: quella superiore è chiamata corpo dell'utero, mentre l'estremità inferiore è detta collo o cervice. La cervice uterina è in diretto collegamento con la vagina e può essere suddivisa in due parti dette endocervice (più vicina al corpo dell'utero) o esocervice (più vicina alla vagina). Le cellule che rivestono queste due zone non sono uguali: cellule squamose si trovano nell'esocervice e cellule ghiandolari nell'endocervice. I due tipi cellulari si incontrano nella cosiddetta zona di transizione. La maggior parte dei tumori della cervice prende origine proprio da cellule che si trovano in questa zona di confine.

Iperplasia endometriale come causa del cancro all'utero

Una possibile causa di cancro dell'utero è l'iperplasia endometriale, un ispessimento della mucosa causato dalla crescita eccessiva delle cellule di rivestimento dell'organo. L'iperplasia endometriale è curabile con farmaci ormonali o con la chirurgia: la diagnosi precoce può ridurre al minimo il rischio di sviluppare il cancro dell'utero. Esistono tre tipologie di iperplasia endometriale:

  • Iperplasia endometriale semplice senza atipie: crescita eccessiva delle cellule endometriali senza atipie, senza alterazioni strutturali della componente ghiandolare. Potenziale di malignità molto basso nel corso degli anni (rischio di evoluzione a tumore endometriale dell'1%).
  • Iperplasia endometriale complessa senza atipie: crescita eccessiva delle cellule endometriali senza atipie, con alterazioni strutturali della componente ghiandolare e maggiore potenziale di malignità rispetto alla forma semplice (rischio inferiore al 5%).
  • Iperplasia endometriale atipica: iperplasia con presenza di atipie cellulari e di alterazioni strutturali della componente ghiandolare, ma senza alcuna invasione dello stroma endometriale. Alto potenziale di malignità e di evoluzione verso l'adenocarcinoma endometriale, è di fatto considerata una lesione precancerosa (rischio del 25-30%).

L'iperplasia endometriale può essere prevenuta o evitata?

Sebbene l'iperplasia endometriale non sia una patologia completamente evitabile, è stata strettamente associata all'obesità. L'aumento del tessuto cellulare sottocutaneo, tipico delle pazienti con un indice di massa corporea elevato, aumenta la produzione endogena di estrogeni: noto fattore di rischio per l'insorgenza della malattia. Pertanto, a tutte le pazienti con iperplasia endometriale benigna verrà raccomandato di modificare il proprio stile di vita e di perdere peso.
Il sintomo più frequente è il sanguinamento uterino anomalo, ma spesso l'iperplasia endometriale è del tutto asintomatica. Per questo motivo, ed essendo una condizione generalmente autolimitantesi, un gran numero di casi resta non diagnosticato


Screening per il tumore dell'endometrio: Pap-test e HPV i principali​

  • Pap-test. Il Pap-test consiste nel prelevare cellule della cervice uterina e permette di individuare, nella maggior parte dei casi, le anomalie cellulari che precedono l'insorgenza del tumore. Effettuare regolarmente questo esame riduce il rischio di sviluppare un tumore invasivo.
  • HPV DNA Test. Si tratta di un esame di laboratorio che permette, nelle pazienti con segni di infezione da HPV (Human Papilloma Virus), di identificare il ceppo virale responsabile dell'infezione. La famiglia degli HPV comprende decine di varianti virali che conferiscono un diverso livello di rischio (alto, intermedio o basso) di indurre un tumore della cervice uterina.
  • Visita Ginecologica con esame pelvico. Nelle pazienti con un sospetto o una diagnosi di tumore della cervice è necessario eseguire un esame pelvico approfondito, al fine di stabilire se il tumore sia confinato a livello del collo dell'utero o sia localmente avanzato, cioè se abbia invaso la vagina.
  • Colposcopia con biopsia. È una procedura che prevede l'utilizzo di un colposcopio, strumento che permette di visualizzare la cervice e la vagina in modo ingrandito e ben illuminato. Serve a identificare l'eventuale presenza di aree anomale, evidenziate grazie all'utilizzo di coloranti specifici. Quando vengono identificate aree sospette, il medico può procedere all'esecuzione di biopsie mirate: i frammenti di tessuto così prelevati vengono analizzati attraverso un esame istologico.
  • Risonanza Magnetica della pelvi. La Risonanza Magnetica è una metodica non invasiva che non utilizza radiazioni ionizzanti. È lo strumento diagnostico di maggior dettaglio anatomico per lo studio della pelvi, in grado di valutare l'estensione locale della malattia (dimensioni del tumore, estensione alle strutture vicine, coinvolgimento dei linfonodi).
  • TAC del torace. La Tomografia Assiale Computerizzata è una metodica che utilizza radiazioni ionizzanti, ed è indispensabile per escludere che il tumore abbia invaso organi distanti dalla cervice come, per esempio, i polmoni.
  • Tomografia assiale ad emissione di positroni (PET). È un esame che identifica le cellule tumorali in attività. Può essere utilizzata in casi dubbi di localizzazione a distanza del tumore.

L'importanza del Pap-test?

​Il Pap-test consiste nel prelievo di alcune cellule a livello del collo dell'utero. In occasione della visita ginecologica, dopo l'applicazione dello speculum, il prelievo viene eseguito mediante una spatolina che delicatamente asporta delle cellule dal collo dell'utero. Il prelievo deve essere sia esocervicale (mediante la spatola di Ayre), sia endocervicale attraverso un piccolo "spazzolino" (citobrush). I due prelievi vengono strisciati su un vetrino e fissati con apposito spray. La colorazione e la lettura del vetrino sarà competenza di un laboratorio analisi.
Il Pap-test è un esame rapido, indolore ma estremamente importante per diagnosticare eventuali processi infiammatori e o infettivi, patologie displastiche o neoplastiche. È preferibile eseguire il Pap-test in fase pre-ovulatoria (prima metà del ciclo), in assenza di sanguinamenti.
Lo screening per il tumore del collo dell'utero in Italia prevede l'esecuzione di un Pap-test ogni tre anni nelle donne con un'età compresa tra i 25 e i 29 anni. Non è raccomandato eseguire il Pap-test prima dei 25 anni. Lo screening è raccomandato fino ai 65 anni. Oltre questa età, se tutti i Pap-test precedenti sono sempre stati negativi, la scelta di eseguirlo è personale: il rischio di sviluppare un tumore del collo dell'utero si abbassa considerevolmente.

Tumore della cervice uterina: alcuni fattori di rischio accertati

  • Un precoce inizio dell'attività sessuale (durante la prima adolescenza, che termina con il compimento del 16° anno di età) e la promiscuità sessuale propria o del partner sono da considerare fattori di rischio nel contrarre l'HPV (Human Papilloma Virus) e altre infezioni del tratto genitale, responsabili principali del tumore della cervice uterina
  • Avere partorito molte volte, oppure in età precoce (nell'adolescenza)
  • Infezioni da clamidi o herpes simplex, favorite, ad esempio, da insufficiente igiene sessuale
  • Il fumo di sigaretta
  • L'uso di contraccettivi orali, specialmente se prolungato nel tempo oltre le indicazioni del medico
  • Assumere contraccettivi orali per periodi superiori ai 5 anni aumenta considerevolmente il rischio
  • L'indebolimento del sistema immunitario (sindromi immuno-depressive)​​


Cancro della cervice uterina: la risposta dei Centri Dyadea

Nei Centri Medici Dyadea, è possibile sottoporsi a una visita ginecologica completa per ogni età, supportata se necessario da accertamenti ed esami diagnostici, esami colturali microbiologici (vaginali, endocervicali, uretali), biopsie (cervice/endometrio), ecografie (pelvica, transvaginale, transaddominale), colposcopia e colpocitologia HPV test (Pap-test). Per la diagnosi di malformazioni uterine, polipi endometriali o fibromi sottomucosi, si esegue l'isteroscopia diagnostica operativa e o l'isterosono salpingografia.

La probabilità di guarire dopo una diagnosi di tumore del collo dell'utero in Italia è pari a circa il 64%, ma fondamentale è la celerità nella diagnosi. Per questo motivo, ti invitiamo a prenotare una visita ginecologica nei Centri Medici Dyadea.