L'alopecia è una patologia che provoca il diradamento della quantità dei capelli o dei follicoli piliferi. Può manifestarsi con una perdita graduale, oppure insorgere improvvisamente e/o essere associata alla perdita dei follicoli piliferi in altre parti del corpo.
In base a come si distribuisce il diradamento, l'alopecia può essere definita come focale, quando interessa una ristretta parte del cuoio capelluto, o diffusa in diversi punti. Infine, a seconda se il processo è reversibile oppure no, si distinguono alopecie temporanee o definitive, queste ultime dovute all'atrofizzazione irreversibile dei follicoli piliferi, ovvero le cavità all'interno del derma da cui si origina il pelo.
La perdita di capelli spesso provoca disagio per l'inestetismo che ne consegue, ma può anche essere un segno di disturbo sistemico, ovvero che coinvolge l'intero organismo.
In questo articolo vedremo le principali manifestazioni di alopecia, come e perché si presentano e come trattarle.
Le cause responsabili dell'alopecia
La causa più comune della perdita di capelli è l'alopecia androgenetica, che può colpire sia uomini sia donne.
Altre cause comuni di alopecia sono:
- alopecia areata;
- alcuni disturbi sistemici, come le patologie ormonali, le malattie che causano febbre alta e le carenze nutrizionali;
- le infezioni micotiche, per esempio la dermatofitosi del cuoio capelluto (tinea capitis);
- gli stress fisici, come la febbre alta, le malattie importanti, gli interventi chirurgici, la perdita di peso improvvisa o la gravidanza;
- gli stress psicologici;
- farmaci, in particolare la chemioterapia;
- le lesioni dei follicoli piliferi, provocabili da abitudini come quella di strapparsi i capelli sani (tricotillomania) o sottoporli a trazione con acconciature molto strette, oppure a seguito di una pressione prolungata sul cuoio capelluto, ustioni o radiazioni.
Quando rivolgersi al medico
La perdita di un numero limitato di capelli al giorno è un fenomeno naturale, coincide con il ricambio programmato della capigliatura. Ci si deve insospettire, invece, quando la media quotidiana supera i 100 capelli e si manifesta oltre 4 settimane, oppure quando alcune aree del cuoio capelluto iniziano ad apparire più evidenti.
Da considerare campanelli d'allarme seri sono:
- segni di un disturbo che interessa l'intero organismo;
- lo sviluppo di caratteristiche maschili (virilizzazione) nelle donne, come la voce più profonda, i peli presenti in punti più tipici della crescita dei peli maschile (irsutismo), l'irregolarità dei cicli mestruali, l'acne, l'atrofia del seno, l'aumento della massa muscolare, l'ingrossamento del clitoride e l'aumento della libido.
I principali tipi di alopecia
Prenderemo qui in esame i tipi di alopecia più comuni, distinguendoli sulla base della loro manifestazione. Vediamoli insieme.
Alopecia androgenetica
Questa è la forma di alopecia più diffusa, può colpire oltre il 70% degli uomini e il 50% di tutte le donne di età superiore a 80 anni. Come suggerisce il nome, è dovuta a una risposta eccessiva agli ormoni androgeni e sembra legata a una predisposizione genetica. La componente ereditaria, infatti, è una caratteristica distintiva: è molto più probabile che il disturbo si manifesti quando si è già presentato su genitori, nonni, zii o fratelli.
È caratterizzata da una progressiva perdita di capelli, che a seconda del sesso di appartenenza si manifesta in modo diverso:
- negli uomini la perdita avviene soprattutto sulle tempie e sul vertice;
- nelle donne si verifica un diradamento diffuso.
Il decorso cambia notevolmente a seconda dell'individuo. All'età di 50 anni, almeno il 50% degli uomini e circa il 30% delle donne presentano problemi più o meno gravi di calvizie associati all'alopecia androgenetica.Nella donna la perdita di capelli, sebbene in genere più attenuata, comporta spesso ripercussioni psicologiche più pesanti, legate alla percezione di un danno profondo alla propria immagine.
Le cause di alopecia androgenetica
Sono numerosi i fattori genetici e ambientali coinvolti nella comparsa dell'alopecia androgenetica.
Questa forma di calvizie è collegata agli ormoni androgeni, soprattutto al diidrotestosterone. Gli androgeni sono importanti per il normale sviluppo maschile prima della nascita e durante la pubertà, svolgono anche altre funzioni rilevanti sia negli uomini sia nelle donne, come ad esempio la regolazione della crescita dei capelli e del desiderio sessuale.
Nelle persone affette da questa malattia sono state individuate mutazioni di un unico gene, il gene AR, situato sul cromosoma X, che fornisce le istruzioni per costruire una proteina che funziona da recettore per l'ormone. Gli studi effettuati suggeriscono che le mutazioni del gene AR provocano l'aumento dell'attività dei recettori dell'androgeno all'interno dei follicoli, ma non è ancora chiaro come queste mutazioni genetiche aumentino il rischio di calvizie negli uomini e nelle donne colpiti da alopecia androgenetica.
Sebbene l'ereditarietà sia ancora poco chiara, si è comunque osservato che l'alopecia tende a ricorrere nelle famiglie.
Il trattamento dell'alopecia androgenetica
Ad oggi non esiste una cura definitiva, ma in generale la progressione tende a essere piuttosto lenta, con decorsi di anni o decenni, per cui è possibile gestirla sia con i farmaci che con la chirurgia. Esistono infatti diversi medicinali che permettono di rallentare ed eventualmente bloccare il processo di caduta dei capelli. L'alternativa è rappresentata dall'autotrapianto, una soluzione chirurgica che solitamente promette risultati soddisfacenti.
Alopecia androgenetica maschile
Negli uomini, la caduta dei capelli inizia a livello delle tempie o della parte posteriore della sommità del capo. Alcuni presentano solamente una stempiatura o una piccola area calva nella parte posteriore del capo. Altri, soprattutto se la calvizie inizia in giovane età, perdono tutti i capelli alla sommità del capo, ma non ai lati e nella parte posteriore del cuoio capelluto. Questo schema viene definito a distribuzione maschile.
Nell'uomo l'alopecia androgenetica è stata collegata a diverse altre patologie, come ad esempio la cardiopatia coronarica e l'ingrossamento della prostata. Anche il tumore della prostata, i disturbi come il diabete, l'obesità e l'ipertensione sono stati collegati all'alopecia androgenetica.
Alopecia androgenetica femminile
L'alopecia androgenetica femminile, a differenza di quella maschile, generalmente insorge più tardi, tra i 30 e i 40 anni, e si caratterizza per una localizzazione differente. Più che con una scomparsa totale, si manifesta con un diradamento diffuso dei capelli che inizia dalla sommità del capo, mentre l'attaccatura rimane invariata. Questo schema viene definito a distribuzione femminile.
Alla base dell'alopecia androgenetica femminile ci può essere un aumento della produzione di ormoni androgeni o una maggiore sensibilità dei follicoli a questi ormoni. Due condizioni che portano alla crescita di capelli più fini e meno numerosi, cui si accompagna una maggiore produzione di sebo da parte del cuoio capelluto.
La sindrome dell'ovaio policistico – che provoca alterazioni mestruali, cicli anovulatori, irsutismo e, spesso, obesità – è la causa della maggior parte dei casi di iperandrogenismo, mentre più raramente è legato alla presenza di tumori che producono androgeni.
L'alopecia androgenetica femminile può diventare più evidente dopo la menopausa, fase in cui, a causa di un calo generalizzato degli estrogeni, si assiste a una variazione del rapporto percentuale tra steroidi ovarici e surrenalici.
Il trattamento dell'alopecia androgenetica femminile offre più opportunità terapeutiche e in genere più efficaci, con meno effetti collaterali.
Alopecia areata
L'alopecia areata può manifestarsi su uomini, donne, bambini e anziani. Colpisce i bulbi piliferi che, ammalandosi, provocano la caduta a chiazze dei capelli. Fortunatamente, con il trascorrere degli anni, il disturbo risulta meno diffuso.
Si ritiene che l'alopecia areata sia causata da una disfunzione del sistema immunitario che induce l'organismo ad attaccare i propri tessuti con una reazione autoimmune. Spesso la prima manifestazione avviene già durante l'infanzia. In molti casi la malattia non si estende oltre poche chiazze, mentre in altri pazienti la perdita è più vasta e importante. La zona interessata dalla patologia, infatti, è variabile: da un'area grande come una moneta a una molto estesa. Esiste inoltre una forma di alopecia che colpisce solo la barba (Alopecia Barbae), che spesso regredisce spontaneamente dopo qualche mese.
In alcuni pazienti il disturbo si può manifestare anche su sopracciglia, ciglia, corpo e arti.
La caduta si prolunga per qualche settimana, cui segue la ricrescita nei mesi successivi. Questa dinamica può ricapitare più volte, anzi, in alcuni casi si osservano cicli imprevedibili di perdita e ricrescita di capelli, che possono andare avanti anche per anni. Infine, anche se si tratta di casi rari, la malattia può degenerare verso la perdita totale (alopecia areata totalis) o presentarsi contemporaneamente su cuoio capelluto, viso e corpo (alopecia areata universalis).
La condizione non è associata ad alcuna complicazione fisica, mentre dal punto di vista psicologico genera possibile disagio e imbarazzo.
Le cause di alopecia areata
Le cause alla base della malattia non sono ancora chiare; si ipotizza che i globuli bianchi attacchino per errore i follicoli piliferi, da cui nascono peli e capelli, che di conseguenza si rimpiccioliscono e rallentano drasticamente la loro funzione.
Lo studio dell'eventuale familiarità non ha ancora condotto a risultati definitivi.
Il trattamento dell'alopecia areata
Non esiste né una terapia universale, né farmaci approvati con questa specifica indicazione. I trattamenti attuali mostrano effetti temporanei, spesso circoscritti alla durata di somministrazione. Nella maggior parte dei pazienti, nelle forme che iniziano con un piccolo numero di chiazze, i capelli ricrescono nell'arco di qualche mese o un anno al massimo; nei casi in cui le chiazze sono più numerose esiste la possibilità che il disturbo peggiori.
Alopecia da stress
Gli eventi che mettono il fisico alla prova come la febbre alta, gli interventi chirurgici, una malattia importante, la perdita di peso o la gravidanza possono aumentare il numero di capelli che entrano nella fase di riposo e che solitamente cadono alcuni mesi dopo l'evento stressante. Questo tipo di alopecia tende a non essere permanente.
Allo stesso modo, anche lo stress psicologico può influire sulla perdita dei capelli: una grave tensione mentale prolungata può causare una caduta spontanea (effluvio telogeno).
Oppure si possono verificare manifestazioni come la tricotillomania, che consiste nello strapparsi i capelli sani, una condizione che si può osservare negli adulti, ma è un'abitudine più frequente nei bambini.
Disturbi della nutrizione
I disturbi della nutrizione sono una causa meno comune di alopecia. Per crescere forti e sani, i capelli hanno bisogno di:
- proteine;
- vitamine, in particolare la biotina e l'acido folico, insieme alle altre vitamine del gruppo B, vitamina E e antiossidanti, vitamina D e H;
- oligoelementi come zinco, selenio e ferro;
- acidi grassi.
I sintomi che si accompagnano alla caduta dei capelli variano poi in base alla specifica carenza, anche se in generale sono comuni inappetenza, eruzioni cutanee, affaticamento.Gli specialisti al centro Dyadea per il trattamento dell'alopecia
Il consulto con il dermatologo, nel caso in cui si notino episodi di caduta dei capelli anomali, è uno dei primi step da fare per individuare la causa sottostante questo disturbo. Presso i Centri Medici Dyadea è possibile effettuare la visita dermatologica, accompagnandola eventualmente a consulti con altri specialisti – come psicologi o endocrinologi – che possono completare il quadro diagnostico e collaborare alla formulazione di una terapia adeguata.