Diffusione della Telemedicina in Italia: quali sono i trend post Covid?
Telemedicina, ovvero la medicina a distanza: questo termine viene utilizzato per la prima volta nel 1970 negli Stati Uniti, per indicare il confronto tra medico e paziente mediato da un sistema di comunicazione interattivo multimediale.
La diffusione della Telemedicina in Italia è notevolmente aumentata in concomitanza della pandemia: come avremo occasione di approfondire, i dati a disposizione parlano di servizi digitali triplicati e di un altissimo interesse - da parte sia dei medici che dei pazienti - a proseguire con l'utilizzo di determinati strumenti.
Ma di Telemedicina si parla da ben prima dell'arrivo del Covid: già dal 2019 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato come ricorrere alla medicina digitale sia essenziale per ottenere una copertura sanitaria universale, considerando le tecnologie digitali non come meri strumenti fini a se stessi, ma come facilitazioni vitali per promuovere la salute, mantenere il mondo al sicuro e servire i più vulnerabili.
Alla luce dei profondi cambiamenti che il Covid ha portato nell'intero assetto sanitario del nostro Paese, l'utilizzo di strumenti di telemedicina ha permesso - e continuerà a permettere - risposte a specifici problemi e necessità, nonché di migliorare le comunicazioni all'interno della comunità sanitaria e nella relazione con il paziente.
Proprio per questo, oggi dedichiamo un approfondimento all'evoluzione della Telemedicina in Italia, guardando da vicino lo scenario restituito dai dati dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano.
Telemedicina: di cosa si tratta e quali vantaggi porta
Ma cos'è, esattamente, la telemedicina? Quali sono gli obiettivi correlati al suo utilizzo e quali vantaggi può concretamente generare?
Secondo le definizioni date dall'OMS e dalle Linee di indirizzo nazionali sulla Telemedicina fornite dal Ministero della Salute, si tratta dell'erogazione di servizi di assistenza sanitaria quando l'operatore - che si tratti di medico, infermiere, ostetrica, fisioterapista, professionista della riabilitazione, eccetera - e paziente non si trovano fisicamente nello stesso luogo. In questo caso ci si avvale quindi dell'utilizzo di tecnologie digitali e delle telecomunicazioni per scambiare informazioni utili a diagnosi, trattamento e prevenzione di malattie.
L'OMS sottolinea, inoltre, che la prestazione tramite Telemedicina non sostituisce in alcun modo l'intervento tradizionale, ma può solo integrarne e - se necessario - migliorarne l'efficacia: è infatti legata a diritti e doveri di responsabilità, etica e tutela, come qualunque atto sanitario.
È fondamentale comprendere che, perché avvenga un reale intervento di Telemedicina, deve esserci uno scambio reale tra operatore e paziente: proprio per questo, non sono considerati trattamenti di Telemedicina portali di informazioni sanitarie, social network, forum, newsgroup, newsletter, eccetera.
Per comprendere ancora meglio le opportunità che questa modalità mette a disposizione, osserviamo più da vicino chi sono i tipici destinatari dei trattamenti tele sanitari, e quali vantaggi possono trarre dall'assistenza a distanza.